Ho comprato Spizzichi e bocconi, di Erri De Luca, il giorno stesso in cui è uscito, ho iniziato la lettura lenta, per scelta, per godermelo di più.

Poi incredibilmente l’ho lasciato. Quando l’ho ripreso, qualche giorno fa, ne ho capito i motivi.
Mi disturbavano i capitoli del nutrizionista, mi bloccavano le storie di Erri, il filo dei miei pensieri e delle emozioni.
L’ho letto d’un fiato saltando quelle parti, mi perdonerà Erri e Valerio Galasso, il biologo nutrizionista che è anche molto interessante e pieno di spunti.
Dedicherò a lui una seconda lettura.
Invece i racconti di Erri li ho trovati pieni della sua solita poesia, nessuna novità.
Si concentra sui cibi della sua vita, per ogni cibo c’è una storia raccontata con delicatezza, quasi sottovoce, eppure le sue parole hanno una risonanza enorme in me.
Racconta della semplicità dei pasti, di sapori come sentimenti, di atmosfere antiche, testimoni di un passato raccontato con tanta nostalgia ma senza alcun rimpianto.
È il solito Erri, con tanto di capitolo finale in cui mi è parso che raccontasse se stesso in modo nuovo, con una dolcezza misurata e profondissima.
Io lo adoro, le sue parole mi fanno bene, mi toccano piano, mi fanno emozionare senza clamore, ma si sa.
Ora mi dedico a leggere le parti del nutrizionista, d’altra parte, dato il titolo, posso azzardare di leggerlo anche io a spizzichi e bocconi.
Ci metterò, dentro alla poesia, anche un po’ di scienza e vediamo che succede.
Giuliana ✨
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