Ci vuole un po’ a raccontare questo libro.
Piccolo, fatto di grammi di storie semplici, ma di una profondità disarmante, di una poesia diretta, che arriva all’anima.
È utile quando la propria anima è nascosta dietro un velo di tristezza, confusa dentro un gomitolo di dubbi, incerta di fronte ai bivi della vita.
La quarta di copertina dice così
Desidero che questo libro sia un dono da regalare alla persona che amate, un messaggio per dire: “Sai, ti stavo pensando e ho preso questo libro per te”. Così magari lo leggerete insieme e conterrà al suo interno un desiderio che non si può comprare: “Regalami un domani”.
E che fai? Non lo compri per regalarlo a chi ami? Se poi ti resta in mano, beh, è un dono anche questo.
Lo apri e due dediche ti arrivano dritte dritte in quel posto misterioso e imprecisato tra cuore e cervello (sarà quella l’anima?).
A tutti gli incontri che ci cambiano la vita. Agli errori di felicità.
A Roberta. Abiti in via delle storie infinite (perché certe mancanze durano per sempre, aggiungo io).
C’è una prefazione e una introduzione e c’è prima di tutto un capitolo in corsivo che restituisce energia per le sfide della vita.
Una delle storie più belle è quella di un rospo gentile che riconosce in una pietra un cuore come il suo e la salva, se ne prende cura.
Una pietra. Il cuore della pietra.
Le anime si sfiorano, ma anche se non si toccano visceralmente, non per questo non esistono. L’amore è insieme culla, movimento, fantasia, concretezza, corpo e spirito.
Alla pietra parve di avere sento di sé un cuore, e di ascoltarne il battito.
La bellezza, rospo, non è esteriore, è dentro di noi. La bellezza è capricciosa, ama nascondersi per farsi ritrovare.
È uno di quei libri che lo apri a caso e c’è la risposta alla tua domanda, anche quando la domanda non ti è chiara.
In genere, la risposta a tutto è l’amore.
I veri supereroi sono quelli che hanno il coraggio di amare.
Cominciando da se stessi. Amarsi e perdonarsi,
Non potrai essere sicuro che il tuo percorso andrà meglio ma potrai divenire artefice del tuo domani.
tenere con sé i ricordi ma sapere che
La felicità non può essere data da qualcosa che non c’è più.
Non star sempre a cercare di acchiappare i sogni,
A volte sono i sogni ad afferrare noi, prendendoci per mano per restituirci i dadi da lanciare lontano.
Bisogna dunque avere il coraggio di aprire la finestra per far entrare il cielo, di avere il cuore nelle mani, lasciar nascere il bucaneve nell’inverno gelido della nostra anima, mettere in gioco tutto il nostro bianco, liberarci di ciò che schianta al suolo e realizzare ciò che la nostra anima ci chiede, ciò di cui ha bisogno, accettare le nostre imperfezioni, ricordare che nella vita il lieto fine non c’è quasi mai, ma appunto per questo