Che almeno sia soave il vento, viene da dire dopo aver letto questo libro, di una densità emozionale da tagliarsi col coltello (e pure di coltelli se ne incontrano più d’uno durante la lettura).
E’ un libro, Soave sia il vento, di Francesco Pomponio, Diamond Editrice, capace di scuotere le anime annoiate, i cuori resi vittime dell’indifferenza, è il libro giusto per chi non ha voglia di alzarsi a vivere, un libro che ci da qualche indicazione su come non dovrebbe essere la vita.
I personaggi sono così sofferenti da sembrare veri, nelle loro storie mai edulcorate, a volte appaiono rudi, ma non si evita di affezionarsi a loro e di desiderare per loro un finale leggero.
Sono tutti simili nella loro disillusione, nel cinismo, nella diffidenza, nella sofferenza, ma capaci di aggrapparsi coi denti alla vita e all’amore, secondo le uniche modalità che conoscono, gli unici schemi comportamentali che hanno imparato a forza di scontrarsi con la ruvidezza della vita.
Indimenticabili.
La scrittura è essenziale, senza arzigogoli, va dritta al punto, con semplicità e puntualità, le storie di ciascuno dei personaggi sembrano indipendenti e lontane, almeno quanto la distanza tra New York e uno sperduto paesino dell’Appennino abruzzese, finché poi di tante storie ne resta una.
Il continuo saltare da una storia all’altra incolla letteralmente alle pagine, ci si immerge completamente e si rischia persino di dimenticare il resto (questo è il grande potere di un libro scritto col cuore!).
A libro finito, il lettore annoiato e vittima di apatia cronica, si alzerà e prenderà la sua anima finalmente scossa e magari andrà a cucinare, o ad ascoltare Mozart, e non potrà dimenticare mai più che ciò che manca ai protagonisti di questa storia e di molte altre storie del nostro mondo malato, è l’amore!