Nonno Bach. La musica raccontata ai bambini
Non ricordo come questo libro sia finito nella mia libreria, ma mi serviva un libretto piccolo e maneggevole e l’ho cominciato.
Nonno Bach. La musica raccontata ai bambini, scritto da Ramin Bahrami, uscito nel settembre 2015 davvero fa quel che promette: racconta la musica ai bambini e a quelli come me che di musica ne capiscono poco e niente.

A parlare è proprio Nonno Bach, un vecchietto che si trova nel paradiso dei musicisti e che chissà come incontra un bambino che lo vede vestito in modo bizzarro e gli chiede:

Tu chi sei?
Io sono Nonno Bach.

Comincia così l’intervista che porterà Nonno Bach a raccontare la sua vita piena di musica, di fatiche, di impegno e di dolori.
Con il pretesto della sua vita, spiega con parole semplici e efficaci, alcuni concetti fondamentali della musica:

L’alfabeto della musica è un linguaggio che va imparato piano piano, proprio come una lingua straniera, usando i segni, i suoni, scrivendo e ripetendo la stessa frase tante volte con le dita sullo strumento.

 

L’orecchio musicale è la capacità di riconoscere il linguaggio dei suoni, una dote naturale, ma anche un dono che si affina ascoltando tantissimo e studiando.

 

Il contrappunto, che è il principio della mia musica, è la combinazione di più melodie insieme … note che si guardano e si parlano, proprio come le persone che diventano amiche. La grande musica è un colloquio, qualcosa che unisce le persone e le fa parlare tra loro. E’davvero come nella società, almeno quella ideale, quella che tutti sogniamo: teste diverse, filosofie diverse, sentimenti diversi che si combinano e si parlano e comunicano senza perdere la propria indipendenza. Nella mia musica c’è spazio per tutto. Sarebbe bello, un mondo che fa spazio a tutti.

Nel bel mezzo della discussione il ragazzo chiede a Nonno Bach come mai ha scritto così tante pagine e lui risponde:

Per non sentir abbaiare gli esseri umani. Così li ho ascoltati di meno, più da lontano, in sottofondo, e sono anche riuscito ad ascoltare il silenzio che avevo dentro di me.”
Anche perché “il silenzio è importante per chi è alla ricerca di qualcosa di bello e di grande.

Quindi, dono musicale o no, conta l’impegno, ed anche la solitudine:

Nella solitudine c’è la vera libertà, nel silenzio ci si pongono le grandi domande, si è sinceri fino in fondo, e si lasciano cantare le voci nascoste dentro di noi. Trovate ogni giorno dieci minuti per restare soli in silenzio. Fanno meglio di una medicina.

Nella sua semplicità, questo piccolo libro prezioso mi sembra davvero un capolavoro, adatto a genitori e insegnanti ed anche a bambini che si affacciano nel panorama meraviglioso nella musica da comprendere. Sembra proprio di ascoltare la voce di Bach in persona che dice:

Io la musica l’ho fatta pensando alle stelle, all’universo

e che si raccomanda di difendere sempre il proprio punto di vista e la propria opinione:

Ribellatevi a chi vi offende. Non lasciatevi calpestare da nessuno. Un uomo che non canta, che non balla, che non lotta, che smette di credere nei suoi ideali è un uomo morto.

C’è infine anche un richiamo alla libroterapia:

I libri sono la cassaforte del sapere, ci portano altrove, ci aprono le porte dei mondi che nemmeno immaginiamo. E’ come viaggiare senza dover pagare il biglietto dell’aereo. Sono belli anche da toccare: è un piacere sentire la carta sotto le dita.

Questo libro mi ha aperto le porte di un mondo nuovo, pieno di cose belle.

Giuliana

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