The-North-American-Indian-08

Le mie parole sono come le stelle che non tramontano mai.
Il capo bianco dice che il Grande Capo di Washington ci manda parole di amicizia e di buona volontà. Tutto questo è gentile da parte sua, poiché sappiamo bene che egli ha ben poco bisogno della nostra amicizia in cambio. La sua gente è numerosa. Sono come l’erba che ricopre la vasta prateria. La mia gente invece è poca, e assomiglia agli alberi dispersi di una pianura spazzata dalla tempesta.
Il Grande Capo ci manda a dire che desidera comprare le nostre terre, ma vuole permetterci di tenerne una quantità sufficiente per vivere bene. Tutto questo pare davvero giusto, persino generoso, dato che ormai non abbiamo più bisogno di una grande terra.
Ma le ceneri degli antenati sono sacre per noi, e il luogo in cui riposano è terra consacrata.
Ogni pezzo di questa terra è sacro per il mio popolo. Ogni collina, ogni valle, ogni pianura e boschetto, sono stati consacrati da un evento triste o da uno felice nei giorni da lungo tempo svaniti.
Persino le rocce, che sembrano mute e morte mentre luccicano nel sole lungo la riva silenziosa di un lago, vibrano di ricordi d’eventi eclatanti collegati alle vite della mia gente. E la stessa polvere sotto i vostri piedi risponde più teneramente ai nostri passi che ai vostri, poiché è ricca del sangue dei nostri antenati e i nostri piedi nudi sono consapevoli del suo contatto affettuoso.
Ogni pezzo di questa terra è sacro per il mio popolo.
ogni lucente ago di pino,
ogni tenera riva,
ogni vapore negli scuri boschi,
ogni radura,
ogni insetto ronzante,
sono sacri
nella memoria e nell’esperienza del mio popolo.
La linfa che scorre negli alberi
porta con sé i ricordi dell’uomo rosso.
Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi.
Io preferisco il vento che dardeggia
sulla superficie di uno stagno
e il profumo del vento stesso
purificato da uno scroscio di pioggia a mezzogiorno.
L’aria è preziosa perché
tutte le cose condividono lo stesso respiro,
gli animali, gli alberi e l’uomo,
partecipano tutti dello stesso respiro.
Se venderemo la nostra terra
dovrete ricordare che per noi sono preziosi
l’aria, e i nostri alberi, e gli animali.
Voi la preserverete come isola sacra,
come un luogo dove persino l’uomo bianco può recarsi
per sentire il profumo del vento addolcito dai fiori di campo.
L’uomo bianco deve trattare gli animali come fratelli.
Se dovessimo accettare, in questo momento pongo una condizione:
non ci verrà mai negato il diritto di camminare delicatamente sulle tombe dei nostri padri, delle nostre madri e dei nostri amici.
Le tombe dovranno ricevere sempre la luce del sole e la pioggia che cade.
Insegnate ai vostri figli
ciò che noi abbiamo insegnati ai nostri,
che la terra è nostra madre.
Tutto ciò che accade alla terra, accade ai figli sulla terra.
La mia gente mi chiede: “Che cos’è che l’uomo bianco vuol comprare?”.
Per noi quest’idea è strana.
Come si può comprare o vendere il cielo,
il calore della terra,
la felicità dell’antilope?
Comunque valuteremo la vostra offerta.
Penso che la mia gente l’accetterà
e andrà nella riserva che le avete destinato.
Vivremo separati, e in pace.

Capo Seattle degli Suquamish

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