Il vestito dei libri è un piccolo volume di 62 pagine, pubblicato in Italia da Ugo Guanda Editore nel 2017, scritto da Jhumpa Lahiri, scrittrice londinese con origini bengalesi.
Il vestito dei libri è una riflessione, intima e allo stesso tempo corale, sulla formazione delle copertine dei libri.
È così importante la copertina da scriverci un libro?
La copertina giusta è come un bel cappotto, elegante e caldo, che avvolge le mie parole mentre camminano per il mondo.
La copertina mette in gioco un’aspettativa,
può sedurre il lettore, può tradirlo.
Vale la pena farci una riflessione perché scatena l’atavica diatriba fra apparenza e realtà, anche perché i vestiti dei libri sono come i vestiti che indossiamo, manifestano la nostra personalità, i nostri gusti, i nostri desideri, la nostra persona, quindi riflettere sulle copertine dei libri che leggiamo ci aiuta, in linea teorica, a comprendere di più anche le parole che sono “avvolte” da quel cappotto.
Questo, appunto, in linea teorica, perché le case editrici spesso seguono una loro linea commerciale e decidono una copertina che magari non piace all’autore, per il quale dunque la copertina può essere anche un travaglio, perché rischia di diventare, per il lettore, un inganno.
Questo piccolo libretto, che si legge in un’ora, ci spinge a guardare con cuore e mente le copertine dei libri che scegliamo, chiederci perché li scegliamo, chiederci quali sono le nostre aspettative, cosa ci aspettiamo da quel libro raccolto in quella copertina, ci spinge anche a fare una riflessione su noi stessi (ecco dunque la nostra cara, indispensabile libroterapia), sulle scelte che facciamo per avvolgere le nostre parole, le nostre emozioni, le nostre esperienze.
Inevitabilmente, ho fatto anche io la mia riflessione.
Non mi curo granché dei miei vestiti.
Se ho qualche soldo da spendere ci provo a cercare abiti e accessori, ma poi mi ritrovo sempre tra gli scaffali dell’una o dell’altra libreria. L’apparenza non mi interessa, aspiro alla sostanza. Eppure c’è una vocetta dentro di me che completa il famoso proverbio dell’abito e del monaco.
L’abito non fa il monaco.
Ma lo veste.
Un abito dice qualcosa di chi lo indossa, lascia intendere, comunica, avvolge di bello un contenuto, è l’estetica della sostanza.
E io?
Io riuscirò a smuovere la mia indomita pigrizia e ri-cercare degli abiti che siano all’altezza dei sentimenti che ho?
Giuliana 💃