Proviamo a festeggiare la donna in modo non scontato.
L’8 marzo non è un giorno di festa, è un giorno di lutto per donne sacrificate e vittime.
L’8 marzo deve essere un giorno di presa di consapevolezza del potere della Natura Selvaggia, della Psiche Istintiva, perché NESSUNA DONNA, MAI PIU’, SIA SACRIFICATA E VITTIMA, lo dico ad alta voce, urlando persino.
Ho il libro giusto, ovviamente.
E’ un libro che ho in giro per casa da quasi un anno, in attesa di una recensione che sia alla sua altezza, ma poi ho capito che anche le migliori parole non renderanno giustizia a questo saggio, romanzo, insieme di racconti e esortazioni.
Dunque questo articolo non è una recensione di “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés.
E’ un invito a leggerlo, a tutte le donne che oggi si festeggiano, a quelle che non sanno cosa si festeggia, a quelle che soccombono, che si rassegnano, che parlano con un filo di voce, a quelle che camminano a testa bassa sotto il peso di una vita che non hanno capito, a quelle donne che sanno di doversi curare l’anima da sole, ma non sanno come fare.
Ecco un valido aiuto, questo libro, anche per le donne soddisfatte di sé e che comunque devono sempre allenarsi a correre coi lupi, ad esprimere la Donna Selvaggia, a vivere col cuore e senza riserve.
La vita, per la donna, è un allenamento.
Ecco dunque alcuni consigli alle donne, me compresa, che vogliono essere felici:
1) Esercitatevi ad ascoltare la voce interiore, seguite ciò che vi suggerisce l’intuito, esso è espressione della Psiche Istintiva, di quella parte più vera, più “natura”, che non sbaglia mai.
2) Ponetevi domande, siate curiose, come delle bambine
3) Vedete quel che si vede, non negate l’evidenza, non nascondetevi sotto la sabbia
4) Ascoltate quel che si ascolta
5) Agite in base a ciò che sapete essere vero
6) Curate un giardino, avvicinatevi alla natura, perché ciò che accade a un giardino può accadere all’anima
7) Accendete il fuoco della vostra parte creativa e alimentatelo
8) Quando è tempo è tempo, quando è ora di prendervi il vostro spazio e il vostro tempo, dite “vado” e andate.
E ricordatevi, ricordiamoci, ricordati tu piccola donna dai grandi occhi verdi che dai luce alla mia vita:
“Non cedete. Non cedete. Fate il vostro lavoro. Troverete la vostra strada. Alla fine del racconto, i cigni, prima che l’anatroccolo si riconosca in loro, lo riconoscono come uno di loro“.
“Andate e lasciate che le storie, ovvero la vita, vi accadano e lavorate queste storie dalla vostra vita, non quella di qualcuno altro, riversateci sopra il vostro sangue e le vostre lacrime e il vostro riso finché non fioriranno, finché non fiorirete.
Questo io spero. Questa è l’opera. La sola opera“.